Campsirgo Residenza
teatro ragazzi
teatro nel paesaggio /teatro immersivo
Dai 4 anni
60 minuti
DEBUTTO 2022
Menzione Speciale del Premio Nazionale Teatro Per Ragazzi “Emanuele Luzzati” – 2 ͣEdizione

Hansel e Gretel di Campsirago Residenza è uno spettacolo itinerante ed esperienziale che si snoda in un percorso di teatro immersivo attraverso paesaggi sonori, voci, azioni teatrali, immagini. Una riscrittura e una messa in scena originale della fiaba che diviene esperienza che i bambini-spettatori compiono in prima persona, addentrandosi, insieme ad Hansel e Gretel, nell’oscurità del bosco, ma anche nel cuore delle proprie emozioni e paure. Lo spettacolo è costruito su una doppia drammaturgia: tre attori, agiscono e raccontano la fiaba, accompagnando i bambini nel bosco, fino alla casa di marzapane, che a sua volta diventerà un viaggio a tappe tra oggetti, immagini e svelamenti. Il viaggio interiore di Hansel e Gretel è invece un flusso di coscienza che passa attraverso le cuffie, in un dialogo fra i due fratelli fatto di sensazioni, frasi sussurrate, segreti e intuizioni. Così, insieme ai due fratellini, i piccoli spettatori porteranno nelle tasche i sassolini bianchi, troveranno la casa della strega e scopriranno che la paura di affrontare i propri sentimenti più oscuri è la vera avventura che li attende.

A guidare i bambini nel fitto del bosco è una misteriosa figura antropomorfa, metà umano e metà uccello. Oltrepassando la soglia simbolica tra la realtà e la fiaba, i bambini arrivano alla casa dei genitori: ordendo un oscuro inganno, la matrigna e il padre dei due fratellini inviteranno i bambini a seguirli nella foresta, per poi abbandonarli. Accompagnati dallo spirito guida i bambini, proprio come Hansel e Gretel, si perdono nel bosco, ma ritrovano la via di casa grazie ai sassolini raccolti e lasciati lungo il sentiero. Una seconda volta i due genitori li inviteranno a seguirli, scomparendo nuovamente tra il fitto intreccio di rami e rovi. Questa volta i bambini si perdono per davvero insieme alla loro guida. Un’allegra musica che proviene da lontano li invita a cercarne l’origine. Così i bambini, seguendo la musica, si incamminano in fila indiana e arrivano alla casa di marzapane: un luogo misterioso, metaforico, scomposto in diversi quadri, dove i bambini spettatori trovano deliziose caramelle ma anche i segni della crudele sorte toccata a chi, prima di loro, è giunto alla dimora della strega.

Ascoltando in cuffia le voci dei due fratellini, i bambini attraversano le stanze simboliche della casa, tra ricordi d’infanzia, segni e intuizioni: un caleidoscopio di quadri scenici, che accompagnano i bambini in un percorso di liberazione, fino a compiere insieme un rito collettivo, girando intorno al camino dove la strega, mai presente fisicamente ma rappresentata attraverso suoni, gesti, immagini, si trasformerà in fumo, e con lei si libereranno le paure. In questo viaggio Hansel e Gretel, impersonificati in cuffia da voci di bambini, diventano compagni intimi dei piccoli spettatori, con loro affronteranno il senso di smarrimento affidandosi alla potenza positiva dell’intuizione che consente di superare anche le prove più difficili e di guarire il cuore spezzato della strega.

Tema centrale della fiaba e delle sue radici antropologiche è l’abbandono. Due secoli prima dei fratelli Grimm, già Giambattista Basile dava forma scritta a un corpus di fiabe tramandate oralmente per generazioni e generazioni nelle aspre terre di Lucania e in tutto il sud Italia. Nella sua opera Lo cunto de li cunti pubblica la storia di Ninnino e Nennella che, come Hansel e Gretel, vengono con l’inganno abbandonati dai genitori nel bosco. Il tema dell’abbandono dei bambini nella foresta è comune a tutta la tradizione orale europea, in particolare medievale: basti pensare alla ballata inglese Babes in the wood (la cui prima versione risale al 1595) o a Pollicino di Perrault. Non stupisce d’altronde il ritorno di questo topos in tante fiabe le cui origini si perdono nei secoli, se si pensa ai numerosi riti di passaggio che diverse culture del mondo (dai celti, alle popolazioni africane) praticavano proprio portando i giovani lontano dalla comunità, nella natura selvaggia, perché ritrovassero da soli la strada del ritorno. Riti che segnavano simbolicamente l’abbandono dell’infanzia e l’ingresso nel mondo adulto. Proprio come Hansel e Gretel che, grazie al loro intuito e alla loro intelligenza, tornano infine “cresciuti” alla casa paterna.

Questa fiaba è anche un grande gioco dell’inganno: i genitori ingannano i figli per abbandonarli nel bosco. I due fratelli a loro volta ingannano i genitori fingendo di non conoscere il loro terribile piano e trovando il modo di tornare a casa, che sia per mezzo dei sassolini bianchi dei fratelli Grimm o della cenere sul sentiero nella versione di Basile. La strega inganna Hansel e Gretel per mangiarseli, ma saranno proprio loro alla fine a ingannarla con l’astuzia e a bruciarla nel forno.

Gli artisti di Campsirago Residenza sono partiti dall’indagine del nucleo emotivo della fiaba: l’iniziazione che avviene attraverso il contatto con la morte, con la paura, con il superamento dell’infanzia. In questo viaggio, lo scopo non è semplicemente quello di uccidere la strega, ma guarire dal dolore il suo cuore spezzato. Nello spettacolo la fiaba dei fratelli Grimm non viene edulcorata dei suoi aspetti perturbanti, ma diviene esperienza, individuale e collettiva al tempo stesso, che i bambini compiono in prima persona. E il luogo non può che essere il bosco, luogo d’elezione antico e simbolico del rito di passaggio. Nella misteriosa foresta Hansel e Gretel si addentrano, si perdono insieme ai bambini, per ritrovare infine la strada del ritorno a casa.

Lo spettacolo prevede l’utilizzo di cuffie, che svolgono la funzione di sintonizzare i bambini/spettatori con il flusso di pensieri di Hansel e Gretel, ricevere suggerimenti e indicazioni rispetto al racconto scenico. Lo spettacolo è quindi sostenuto da un lavoro di sound designing e composizione sonora molto avanzato, per cui suoni e musica non sono di contorno all’azione ma un segno drammaturgico fondamentale per lo svolgimento dello spettacolo e la sua comprensione. Le voci che bisbigliano attraverso le cuffie sono registrate da bambini dell’età di Hansel e Gretel grazie alla collaborazione di Campsirago Residenza con la scuola primaria “Ing. R. Rocca” di Colle Brianza. Accompagnati dai performer e dagli artisti del team in un percorso di formazione laboratoriale sulla fiaba, la classe terza dell’istituto ha partecipato attivamente all’allestimento creativo, cimentandosi assieme ai sound designer con l’utilizzo del microfono e la lettura teatralizzata.

L’obiettivo è rendere l’intera operazione un’esperienza di teatro immersivo, vivida e concreta per i bambini/spettatori.

Hansel e Gretel di Campsirago Residenza è uno spettacolo itinerante all’aperto che può svolgersi in boschi, parchi e giardini.

da un’idea di Michele Losi, Sebastiano Sicurezza | regia Michele Losi | drammaturgia Sofia Bolognini, Sebastiano Sicurezza | con (in alternanza) Barbara Mattavelli, Benedetta Brambilla, Giulietta De Bernardi, Liliana Benini, Sebastiano Sicurezza, Stefano Pirovano | suoni Luca Maria Baldini, Diego Dioguardi| supervisione alle azioni e scene Anna Fascendini | costumi Stefania Coretti | produzione Campsirago Residenza | con il sostegno di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo – Edizione 2021/2022
Menzione Speciale del Premio Nazionale Teatro Per Ragazzi “Emanuele Luzzati” – 2 ͣEdizione  “per l’originale capacità, attraverso la contaminazione dei linguaggi nella riscrittura della fiaba dei fratelli Grimm, di affascinare, incuriosire, sedurre i piccoli spettatori con un percorso itinerante nel bosco e una nuova esperienza emozionale attraverso la suggestione generata dalla narrazione in cuffia, affrontando il tema delle paure con sensibilità e garbo.”
Rassegna stampa

Il testo è ricco di azioni e oggetti che compaiono e scompaiono velocemente, lasciando che l’apparizione generi fin da subito una percezione già memoriale; ognuno dei momenti che si succedono nella drammaturgia lascia intravedere una particolare delicatezza poetica che accentua la dimensione onirica. Un amuleto, consegnato all’inizio del percorso, segnerà il legame tra la partecipazione e la vera e propria immersione, cui dona un carattere ancora più profondo il profumo delle piante emanato dalle poche gocce di pioggia che entra prepotente nella drammaturgia. Nel bosco la necessità e il desiderio, fin quasi alla brama, si mescolano tra le offerte della strega e il fuoco accogliente per scaldarsi; i sassolini segnano la strada luminosa per uscire, infine, nel sentiero catartico del proprio futuro.

Il progetto è davvero degno di massima lode per la sua studiata complessità mai banale, messa al servizio di una fiaba iconica, legata indissolubilmente all’infanzia e alle sue benefiche paure.

Equilibrata l’alternanza tra cuffie e momenti recitati dal vivo, giusta la scelta di muoversi nello spazio, scandendo, così, i vari momenti della storia e permettendo al ritmo di mantenersi sempre sostenuto.

Rappresentazione che si fa presentazione, dunque – come non pensare ai celebri cavalli in galleria di Kounellis – a regalare a qualche decina di silenti, attenti camminatori l’indimenticabile esperienza di un percorso iniziatico in cui perdersi.

Poesia, simboli, valorizzazione del paesaggio. Sono gli ingredienti di “Hansel e Gretel”. […] L’armonia del gruppo si consolida e valorizza natura e architetture di Villa Besana, a Sirtori. Rileviamo un’ulteriore espansione delle alchimie comunicative. I paesaggi sonori di Dioguardi e Baldini diventano struttura portante della drammaturgia. Essi stessi sono opera, e d’alto livello. Gli attori riescono, anche grazie all’aiuto di semplici marchingegni artigianali, a coinvolgere il pubblico dei più piccoli

La versione diurna è dichiaratamente rivolta ai bambini che raccolgono i sassolini per orientarsi; mentre la versione notturna di grande suggestione estetica si tinge di note noir e diventa una fiaba dell’inconscio dove la strega è l’antro delle nostre stesse paure nella quali spesso ci si smarrisce finché si resta bambini e non si riesce a crescere. Seguendo l’azione con il corpo, cercando di capire dove mettere i piedi, rischiando di più o al contrario cercando un appiglio, si crea una convergenza sinestetica fra il tatto e l’udito, con le voci dei bambini della fiaba in cuffia.

Sono belle anche per gli adulti le fiabe da fruire in natura, perché aiutano a ricordare episodi dell’infanzia, desideri e paure di allora, talvolta non risolte neanche in età più matura. Tutti, grandi e piccini ci si riflettono nelle novelle ascoltate da bambini. Gli attori della Compagnia teatrale di Campsirago sono sempre appassionati, convincenti sia nelle rappresentazioni per gli adulti, sia per i piccoli, di grande elasticità performativa. Sempre interessanti anche le composizioni musicali che contribuiscono alle scene e alla drammaturgia.