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a cura di

Marco Ferro e Valeria Sacco

2 – 4 luglio 2019

Riserva Canini propone un percorso residenziale di approccio e di sperimentazione dei diversi linguaggi del Teatro di Figura Contemporaneo. Animare è mettere se stessi a disposizione di qualcosa che è fuori di sé. A partire da questo principio, attraverso il contatto diretto con le materie prime, gli oggetti, le ombre e le marionette (nelle loro molteplici tecniche e possibilità espressive) i partecipanti saranno accompagnati in un tempo di esplorazione, ascolto e racconto.
Asanisimasa è un workshop intensivo di approccio e sperimentazione delle tecniche del Teatro contemporaneo di animazione e figura. Il corso di alta formazione, concentrato in tre giorni intensivi, si propone ai partecipanti come veicolo di scoperta di alcune delle principali tecniche del teatro di figura e di animazione, per arricchire il loro bagaglio espressivo e fornire nuovi strumenti al servizio della loro creatività.
premessa
L’universo del teatro di “animazione”, ossia quella forma di linguaggio teatrale che trasforma l’attore in “animatore”, mettendolo in relazione con l’elemento animato -che si tratti di materia, oggetto, puppet, feticcio, ombra- ha origini antichissime e in qualche modo coincide con la nascita del Teatro stesso, di cui è sempre stato strumento prezioso e fedele alleato. Nel corso del tempo ha trovato una sua specificità, dando origine a vari generi che a loro volta hanno sviluppato vere e proprie tradizioni (il teatro di burattini, il teatro delle marionette, il teatro d’ombre, il teatro d’oggetto etc.). Se da una parte ciò ha permesso a ciascuna tecnica di evolversi brillantemente, guadagnandosi una sua autonomia espressiva in ambito teatrale, dall’altra ha in qualche modo impedito -per un certo arco di tempo- che i vari linguaggi restassero in contatto tra loro, favorendo una frammentazione dei generi che ha trovato una comune destinazione nel “teatro ragazzi”, categoria a cui, soprattutto in Italia, sono spesso relegati. In tempi più recenti, tuttavia, l’attenzione verso questi linguaggi e la loro percezione ha cominciato a mutare e i linguaggi della figura e dell’animazione hanno ripreso a contaminarsi tra loro, scrollandosi di dosso molte delle etichette che gli erano state attribuite e tornando a fare ingresso nei processi creativi e produttivi di molti artisti e di varie compagnie. In poche parole questi linguaggi hanno ripreso contatto con la loro funzione originaria, ossia quella di essere uno strumento espressivo tout court della comunicazione teatrale, al pari della danza e del canto.
il workshop
L’obiettivo del laboratorio è quello di cogliere la specificità di questi linguaggi, attraverso uno studio teorico e pratico, sperimentandone le potenzialità e il loro possibile impiego, in un’ottica che attinge alle regole maturate dalla tradizione -per acquisirne consapevolezza- ma finalizzata ad un uso contemporaneo.
Il percorso prevede tre giornate intensive di lavoro. Verranno presi in esame i seguenti linguaggi: La materia prima. Il teatro d’oggetto. Il teatro d’ombre. La marionetta portata. Per ciascuno di essi, ciascun partecipante si alternerà nel ruolo ora di animatore, così da sperimentare un rapporto diretto con l’animazione, ora di spettatore, al fine di sviluppare uno sguardo consapevole nei confronti del linguaggio affrontato. L’alternanza “dentro-fuori” è infatti condizione indispensabile per comprendere la cosiddetta “grammatica” del teatro di figura, che per sua stessa natura richiede all’animatore di essere contemporaneamente “attore” e “spettatore” nei confronti dell’oggetto animato, ed è bene che anche in qualità di autore venga maturata questa consapevolezza. Attraverso una serie di esercizi e di giochi il partecipante prenderà via via familiarità col linguaggio preso in esame e con le sue regole basilari.
Successivamente il lavoro sarà focalizzato sulla costruzione di una “petite forme” che ciascun partecipante, sia come singolo che in un lavoro di gruppo, sarà chiamato a elaborare, facendo tesoro dei nuovi strumenti acquisiti e mettendo in gioco la propria creatività. In questa ultima fase particolare attenzione verrà data alla “scrittura di scena”: gli allievi si cimenteranno su cosa significhi elaborare una scena originale, a partire dall’ideazione sino alla sua realizzazione, e in che cosa consiste “scrivere” per la figura e per l’animazione, sperimentando quel processo che prevede una verifica continua del materiale elaborato ed una necessaria ri-scrittura, fino alla realizzazione dell’allestimento.
Come supporto, per alcuni esercizi i formatori metteranno a disposizione alcuni materiali tecnici e artigianali, con cui i partecipanti saranno chiamati a confrontarsi, mettendo in campo una loro manualità. Per quanto concerne la parte teorica, verranno utilizzati video e filmati d’archivio per offrire un panorama più ampio possibile dei vari linguaggi affrontati e delle loro potenzialità.