Con tanto amore, Mario.

By 24 Marzo 2023 Marzo 28th, 2023 spettacoli
Paola Tintinelli in scena sabato 1 aprile con uno dei suoi spettacolo più poetici e commuoventi: Con tanto amore, Mario, un assolo per corpo, gesti, sguardi, e oggetti che Paola dedica ai suoi “ex colleghi postini che resistono a 40 anni di marciapiede.” Mario è un nome comune per un uomo comune. Mario è un ex postino che vive il momento finale della vita o forse dà fine ad una “vita” per ricominciarne un’altra nuova. Uno spettacolo della compagnia ASTORRITINTINELLI, tragicomico, muto e in bianco e nero che racconta con straordinaria potenza espressiva e poetica, il sentimento di disperata e inerme estraneità che il suo protagonista, un uomo qualunque, prova davanti al mondo e alle ineluttabili perturbazioni che la vita esterna e interiore gli riserva. Sulla scena un armadietto di ferro, quello di un ex postino, che contiene gli oggetti che accompagnano la routine di questo essere poetico, la sua vita piena di cose, sguardi, suoni e gesti, e vuota di relazioni con gli altri, in continua ricerca di un senso di appartenenza, la sua solitudine…

“Paola Tintinelli ha la capacità di farsi esplodere Dioniso negli occhi, e di conservare, costante come la stella polare, lo sguardo dei fiori di Cioran, sconcertati e sconvolti dalla presenza umana. [..] Come ricorda Buster Ketaon, ha ben presente che il silenzio è degli dei, e lo diventa anche lei un piccolo dio, un dio della Bovisa” Danilo Caravà.

“Una serie di gesti feriali ed evanescenti che, grazie alla precisione e alla densità di questa artista minuta e possente, assumono la forza dell’oggettività, finanche dell’universalità.” Michele Pascarella

“Mario-Paola trasmette poesia con ogni suo gesto, con ogni minima espressione. Se ti fermi a guardarla, così, spogliata di ogni sovrastruttura formale esistenziale, ti sembra di vedere il Teatro, ti pare di riuscire a catturarne l’essenza stessa in un unico scatto.” Modulazioni Temporali – A.B.

Alle ore 20.00 per il pubblico che lo desidera è organizzata alla trattoria Stala del Rè di Campsirago una cena con menù ispirato allo spettacolo e il bellissimo panorama su Montevecchia e sulla vallata illuminata dalla miriade di piccole luci della città.

Menù:
Gnocco fritto con salumi e formaggi oppure con verdure e formaggi.
Tortellini di carne (in brodo di verdure a Km0) oppure passatelli (in brodo di verdure).
Fetta di torta artigianale
Un bicchiere di vino, acqua e caffè
Prezzo convenzionato 15 € a persona.

Biglietti: 12€ / 10€ ridotto under 25, over 65, residenti di Colle Brianza
Omaggi: accompagnatori persone con disabilità.
Cena: 15€

È possibile l’acquisto dei biglietti dello spettacolo in prevendita online sul sito 18tickets  o direttamente in cassa (fino a esaurimento posti). Prenotazione altamente consigliata per la cena entro venerdì 31 marzo. Possibilità di menù alternativi per celiaci, intolleranti al lattosio o per diete particolari.

Info e prenotazioni: Mail  info@campsiragoresidenza.it | Tel. 0399276070 | Cell. 375 67 00 532

Rassegna stampa
Si ride tra il pubblico, ma è una risata che bergsonianamente ha bisogno di anestetizzare il cuore per liberarsi, ha tutto il sapore di una fuga catartica da una tragedia che batte i tacchi dei coturni contro le tavole del palcoscenico fino a scheggiarle, perché siano loro a creparsi prima che sia l’essere umano a crepare. Se si guarda al di là del pirandelliano sentimento del contrario, manca il fiato nel vedersi rovesciare addosso la fatale indeterminatezza del vivere, l’insostenibile pesantezza dell’essere che ci si può scrollare di dosso, almeno per un lungo, lunghissimo istante con un gesto teatrale che, se non rappresenterà la felicità, riuscirà perlomeno a fare il verso a quell’asintoto dispettoso che la curva vitale non sarà mai in grado di incontrare. La Tintinelli riesce a fonosimboleggiare il suo stesso cognome e fa tintinnare le cose, lascia che a parlare sia il rumore degli oggetti, il linguaggio dell’inanimato che si deposita strato dopo strato sul fondo del suo viso, che prende a calci di dietro l’Urlo di Munch per piantarsi al suo posto al centro della tela, rimboccandosi le maniche al fine di mostrare cosa sia in grado di fare. Danilo Caravà
Un minuscolo, prezioso allestimento, nel quale un’attrice esile e potente evoca per surreali frammenti la giornata-vita di un ex postino. […]  Una serie di gesti feriali ed evanescenti che, grazie alla precisione e alla densità di questa artista minuta e possente, assumono la forza dell’oggettività, finanche dell’universalità: nella sperduta espressività del personaggio incarnato da Paola Tintinelli risuonano un essere soli al mondo e un senso di orfananza che rendono chi guarda l’unico e il primo spettatore. […] «Mario, non ti resta che l’amore. Mario, non ti resta che ascoltare». Chapeau Michele Pascarella

La drammaturgia è negli occhi di Paola Tintinelli, nelle espressioni del viso, nell’impianto scenico che si prospetta come un’allegoria della vita, spazi e tempi differenti sono rappresentati come se fossero usciti da un fumetto, emerge un universo fantastico e immaginario, espressione del mondo interiore del protagonista.  Angela Villa  
 
Viene da chiedersi se il messaggio di Mario (nome comune di un uomo comune) non sia proprio quello di risvegliare questa dimensione poetica che vive, sopita, purtroppo a volte anche per una vita intera, dentro ognuno di noi e che desidera disperatamente di essere chiamata a dire la sua. Caterina Paolinelli
Note di regia

Jannacci, di cui amo la poesia, e una radio che trasmette previsioni del tempo. Non lo definirei spettacolo…è come un block notes, sono annotazioni, di problemi brucianti, di idee, scoperte, invenzioni, progetti, concezioni, partiture, materiali, attività parallele, lettere, giornali, calendari, indirizzi, date, mappe di viaggio, incontri niente… La storia è “una” storia, mille storie, la mia storia.
Il luogo è una stanza, un angolo di una strada, un armadietto…l’anticamera della morte.
“Sei pronto?
Mai
Lì con mille oggetti…Non servono a nulla
…e neanch’io…
Sono oggetti
…e anche io…”
Poi c’è l’uomo… un corpo umano… un fragile e poetico imballaggio dello scheletro della morte e della speranza di durare fino al giudizio universale. Non pronuncia una parola, muto e vuoto come una tomba, rende pubblico ciò che nella vita dell’individuo c’è di più segreto che contiene in sé un valore supremo che al mondo può apparire ridicolo, piccolo, una miseria. L’arte trae quella miseria alla luce del giorno. …che cresca e governi!
Lo spettacolo è stato fatto in grandi e piccoli teatri d’Italia, all’università occupata di Bologna, in un garage a
Sesto, in una osteria di Roma, in una cascina a Stradella, durante un Aperilive a Milano, per strada….. La
mia gratitudine e riconoscenza vanno a Giulietta Masina e Fellini per La strada e I Clowns, a De Sica per Miracolo a Milano e Il Giudizio universale, a Totò, Buster Keaton e Charlie Chaplin per essere esistiti, a S. Beckett , a T. Kantor pittore e uomo di teatro. Ai miei ex colleghi postini che resistono a 40 anni di marciapiede.
Paola Tintinelli