Ispirato al romanzo Paura di Stefan Zweig e al noir atipico di Rossellini, “Angst. Il dramma perfetto.” esplora i luoghi umbratili dell’inconscio, i meandri oscuri in cui si insinua la paura. Un viaggio negli abissi della psiche quando l’angoscia, nutrita da spettri della memoria e dalla voce della propria coscienza, trasforma l’esistenza fino a rivelare la parte più fragile dell’io, quella che trema nell’incertezza, nell’ossessione dei sensi colpa, reali o immaginari.
In una stanza bianca, probabilmente una cella o una stanza d’ospedale, illuminata da una luce al neon e arredata solo da una croce, una figura femminile senza identità percorre a ritroso frangenti di vita: chi è stata Irene Wagner? È davvero lei? C’è un colpevole? C’è un carnefice? Una vittima? Quale è la verità? In un presente inquietante, la memoria della donna riaffiora attraverso immagini deformate da sensi di colpa e da sentimenti contraddittori.
Il racconto è la cornice per intraprendere un viaggio emotivo nei recessi della psiche, durante il quale si assiste allo scardinamento delle certezze su cui è costruito l’io sociale. In questo “dramma perfetto” la paura è l’ingrediente introdotto da chi regge le fila dell’azione scenica, diventando l’elemento scatenante che rompe meccanismi di protezione radicati: la protagonista, a contatto con la propria solitudine, allontanata dalla mondanità, si rivela nella sua vera identità. Attraverso questo campo di indagine si svelano anche i meccanismi di potere e coercizione su cui si regge la società borghese e la coppia come microcosmo.