Dagli abissi di una coppia, un’esperienza visiva e sonora emerge tra frammenti di vita quotidiana, ricordi e fantasmi sempre presenti. Il protagonista, come un novello Orfeo, scende negli Inferi della sua memoria alla ricerca di Lei, l’amata assente. In un’atmosfera sospesa tra una realtà che si presenta violenta nella sua condizione di solitudine e di immobilità, e un altrove dove l’onirico diventa voce dell’assente, irrompono gli echi di una catastrofe esterna. Solo quando l’altrove e il reale si invertiranno, potrà avvenire una comunicazione, un incontro.
Lo spettacolo, liberamente ispirato alle atmosfere di Antonio Moresco, nasce da una ricerca focalizzata sul binomio luce-oscurità, nella sua accezione metaforica vita-morte: il reale appare immobilizzato dalla propria memoria e quindi impotente, l’altrove diventa il luogo del desiderio, dove le regole temporali vengono abolite. A partire da queste intersezioni, la drammaturgia si sviluppa nella storia di una coppia e nell’assenza causata dalla morte. Il suono (nato dall’indagine sui rumori d’acqua dell’artista Alessandro Sciaraffa alla collaborazione con il sound-designer Diego Dioguardi), la luce, il video (a cura di Alberto Momo), la parola di Antonio Moresco e i versi di Valentina Diana si fondono in un’esperienza che si muove tra l’onirico e l’iperrealismo.