chi siamo  |  produzioni |  Il gatto con gli stivali
Campsirgo Residenza
teatro ragazzi
Dai 6 agli 11 anni
50 minuti
DEBUTTO giugno
2021

Uno spettacolo di narrazione immaginato e scritto per una sola interprete dove, al ritmo palpitante di musica elettronica, la celebre fiaba prende vita e narra il riscatto e l’ascesa di uno dei tanti “ultimi” e “dimenticati” della società. L’ambientazione è un luogo di periferia abbandonato a sé stesso, “una terra di nessuno” che sorge ai confini di una discarica. Cappelli bucati, scarpe di tela consumate, dentiere usurate: questo è lo scenario che fa da sfondo a una storia raccontata tutta d’un fiato, con toni divertiti e tempi serrati, dove un ragazzino tormentato dalla fame trova l’amore e riesce a salvarsi.

Un altro spettacolo che abbiamo molto apprezzato è stato “Il gatto con gli stivali” di Campsirago Residenza, drammaturgia e regia di Marco Ferro con in scena la multiforme e bravissima Soledad Nicolazzi , la scenografia e i costumi di Stefania Coretti e le musiche di Luca Maria Baldini. Dopo averci regalato una particolarissima versione creata apposta per il Web, Marco Ferro di Riserva Canini per Campsirago Residenza rimodula una versione assai intrigante della celebre fiaba, attingendola ancora dal “Pentamerone” di Giambattista Basile,  ambientandola in una discarica dove la protagonista è una gatta che si muove tra oggetti d’accatto e cassette di legno ammuffite, correndo in aiuto del suo povero padrone, Pippo, che qui prende le forme di un berretto. Sono infatti degli oggetti a essere protagonisti dello spettacolo, oggetti umili che possiamo trovare in una misera discarica, ma anche nobili come un guanto da cerimonia che ovviamente diventerà con l’incanto che il teatro di figura in sé possiede una gatta scaltra ed intelligente. Poi una dentiera consumata, spazzolini da buttare; stivaletti rossi spaiati, prendono vita per raccontarci l’ascesa del nostro Pippo per conquistare una principessa rappresentata da una cuffia e da suo padre, una dentiera consumata: mentre le semplici cassette diventano magioni patrizie e castelli incantati. Il tutto collegato in modo significativo con l’apparato musicale di Luca Maria Baldini, che sottolinea i vari passaggi della storia, amplificandone il senso e la portata. Mario Bianchi

Teatro ragazzi, come si definisce, o anche, con espressione a mio avviso più coerente, Teatro di Figura che usa gli oggetti come componente essenziale della sintassi scenica, in un quadro, peraltro, drammaturgicamente piuttosto robusto, ove la parola assolve con efficacia un compito figurativo e insieme comunicativo. Così si rivive, nella parziale ma fedele riscrittura che la adatta ad un contesto non narrativo, la favola nella versione di Basile, senza attenuarne le durezze tipiche delle fiabe, quando sono accesso al mondo adulto, ma offrendole con grande delicatezza. Metafora del tentativo di accedere alla vita da parte degli ultimi e dei dimenticati, offre l’immagine della “periferia” non solo come luogo ma anche come recesso dell’anima. Maria Dolores Pesce

Atmosfere tra Charles Dickens e Tim Burton. Artigianato teatrale. Soprattutto un talento multiforme, e la capacità di adattarlo alle circostanze. Brava Soledad Nicolazzi a entrare con le parole, con la mimica, con gesti schietti e con il canto, nello spirito della fiaba e a dare spessore ai suoi tanti protagonisti. Vincenzo Sardelli

Un piccolo gioiello per grandi e piccoli. Raffaella Roversi

Soledad Nicolazzi […] ha raccontato questa fiaba attraverso gli oggetti, rendendola avvincente e appassionando il pubblico dei più piccoli (e non solo). Roberta Usardi

drammaturgia e regia Marco Ferro | con Soledad Nicolazzi | disegno del suono e musiche originali Luca Maria Baldini | costumi e oggetti di scena Stefania Coretti | produzione Campsirago Residenza | con il sostegno di Next – Laboratorio di Idee per la Produzione e Distribuzione dello Spettacolo dal Vivo Lombardo Edizione 2020