Ispirato alle “Fiabe Italiane” di Italo Calvino una narrazione scoppiettante e coinvolgente: in scena una fisarmonica, un cestino, una piccola sedia e un’attrice che stende calzini spaiati. “Dovessi anche servire il diavolo voglio andarmene via di casa!” Così comincia la storia, una versione popolare di Barbablù. Popolare e ridanciana, perché qui, il diavolo è vanitoso e un po’ tonto. E le tre ragazzine, con furbizia, un po’ di fortuna e gran spasso di tutti i bambini, la fanno in barba al satanasso.
Come nella tradizione orale, tutti partecipano alla narrazione: i bambini sono invitati a cantare, a inventare pezzi di storia, a entrare nella parte di uno dei personaggi.
È una storia per i piccoli spettatori ma coinvolge anche genitori e nonni. Parla ai ragazzini di un mondo che non c’è più ma che riaffiora nei modi di dire, negli atteggiamenti, nell’immaginario comune.