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50 minuti
aNGELI DI TERRA

Quando soffia il vento del cambiamento gli sciocchi costruiscono ripari, i saggi mulini a vento
(proverbio cinese)

C’è un secchio. E’pieno di terra.
Il secchio fa un suono.
Un microfono registra.
Una macchina di metallo appare in scena: due piramidi con le ruote.
La macchina produce suoni mentre setaccia, amalgama, modella la terra.
Un microfono registra.
I suoni della metamorfosi diventano ritmo, musica e canzone.
Un microfono registra.
La terra si cambia in polvere che freme, fango che disegna e di nuovo terra da modellare.
Un microfono registra.

In un tempo imprecisato, il tempo del sogno, e in luogo dove la vita sembra essere scomparsa, appaiono due creature chimeriche e una strana macchina. Risuonano suoni, rumori, vibrazioni. Aerea come un soffio di vento una preghiera, un respiro di parole, una supplica sussurrata accompagna un misterioso rito alchemico. Davanti c’è un secchio di terra. Il secchio produce un suono. Un microfono lo registra. E la terra inizia a essere setacciata, amalgamata, modellata. Una musica nasce dalle trasformazioni della terra e, insieme, è la musica stessa che crea le metamorfosi di quella piccola manciata di materia.

La terra, elemento semplice, apparentemente sterile, freme, disegna figure, si trasforma nella macchina attraverso l’acqua, il soffio dell’aria, l’impalpabilità della poesia, i gesti e il suono: ed è proprio da quella musica, che esiste anche quando tutto sembra inanimato, da quelle vibrazioni e quelle frequenze, che la vita rinasce. La terra torna a essere feconda, il suono la trasforma in pianta, in vita.

Angeli di terra è uno spettacolo che, attraverso il suono creato dal vivo, e quindi reso possibile dall’improvvisazione, e la terra nelle sue molte forme, quella polverosa della sabbia, quella liquida del fango, quella plastica manipolata, conduce in un immersione visiva e sonora di scoperta. Un’esperienza percettiva di come vita e suono siano indissolubilmente legati: il suono esiste anche laddove sembra esserci silenzio, e dunque la rinascita della vita è sempre possibile. In scena un’attrice e un musicista compiono un rituale di trasformazione della materia che riporta fertilità alla terra, salvando metaforicamente ciò che di più prezioso e in pericolo abbiamo al mondo: la vita delle piante.

Angeli di terra è un’esperienza per tutti: i piccolissimi vivono l’aspetto più sensoriale, riconoscendosi nella manipolazione e nella scoperta della materia; i più grandi colgono anche l’aspetto meccanico e misterioso della sperimentazione del suono; la sensibilità adulta legge l’urgenza del messaggio.

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia

Shakespeare

Uno spettacolo-concerto in cui azione teatrale e suoni si intersecano sostenendosi nel gioco del cambiamento.
Lo spettacolo può essere abbinato ad un laboratorio sulla trasformazione della terra.

Angeli di terra è una sorta di installazione performativa per persone di ogni età che si realizza nella sonorizzazione di oggetti e materiali “di scarto”. Due figure mute, tra immaginari post-apocalittici à la Mutoid Waste Company e una divertente e divertita messa in suono di oggetti diversi (come non pensare alla mitica performance di John Cage a Lascia o raddoppia? del ’59), agiscono attorno a un’installazione in cui ogni vibrazione acustica è amplificata e resa sensibile da microfoni di diversi tipi. Un’esperienza letteralmente estetica, dunque conoscitiva, è quella che ci è data a vedere, o meglio ascoltare. Echi e ritmi, riverberi e loop, rumori di macchine e di secchi pieni di terra, catene dentro a bottiglie e liquidi rovesciati: tutto è occasione di (ri)scoperta, di epifania del/nel quotidiano. «Happy new ears», direbbe Cage. Vien da ricordare le Macchine inutili di Bruno Munari o quelle celibi di Jean Tinguely: grandiose e al contempo povere architetture atte a celebrare il qui e ora, il già (s)fatto, l’esperienza ultra-mondana. Dalla terra appaiono figure (Munari docet, ancora): soli, fiori o farfalle che siano (o che ci siano sembrati) sono frutto e manifestazione di quel “teatro nella mente dello spettatore” che sempre più è il luogo dell’azione artistica di molti esponenti della scena contemporanea. Michele Pascarella

di Anna Fascendini e Diego Dioguardi | con Anna Fascendini e Diego Dioguardi o Stefano Pirovano | drammaturgia Giusi Quarenghi | live soundscape Diego Dioguardi o Stefano Pirovano | costumi Stefania Coretti | la macchina è stata costruita con l’aiuto di Matteo Lainati | produzione ScarlattineTeatro e Campsirago Residenza | la ricerca è stata realizzata presso il Terrain D’aventure de Chemin de Pierrefleurs a Losanna, Svizzera